Perché durante le operazioni chiudono gli occhi con il nastro - THE-MAX

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Perché durante le operazioni chiudono gli occhi con il nastro

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Chi non è del mestiere probabilmente non è al corrente di questa procedura.
Ma durante gli interventi ospedalieri in cui si rende necessaria l'anestesia totale della persona, è diventata prassi comune applicare del nastro adesivo sugli occhi del paziente in modo da mantenerli costantemente chiusi.
 
Il rischio è che durante un'operazione, un trasporto ospedaliero o qualunque altro intervento che implichi la somministrazione dell'anestesia totale, con conseguente stato di incoscienza nel paziente, gli occhi potrebbero rimanere aperti, o aprirsi prima del completo risveglio del degente, il che metterebbe a rischio la salute dei suoi occhi.
L'occhio non può rimanere scoperto ed esposto per più di un brevissimo periodo di tempo.

Le palpebre infatti svolgono un ruolo determinante per il mantenimento e la protezione dell'occhio; oltre a proteggerlo da infezioni e polvere, chiudendosi frequentemente lubrificano la cornea distribuendo il liquido lacrimale su tutta la superficie mantenendola sempre umida, evitando che si asciughi provocando un doloroso stato di secchezza.




Perché i medici chiudono gli occhi del paziente con del nastro adesivo

L'occhio non può stare esposto senza essere protetto dalle palpebre per più di pochissimi minuti senza subire conseguenze dannose per la sua salute. Per questo motivo se durante lo stato di incoscienza il paziente dovesse mantenere gli occhi aperti, subirebbe sicuramente danni più o meno seri in base a molteplici fattori legati a quella specifica situazione.
Per questo motivo i sanitari applicano dello scotch sugli occhi dei pazienti, mantenendo le palpebre chiuse per tutta la durata dello stato di incoscienza del paziente.
A questo proposito purtroppo non è raro che durante la degenza ospedaliera qualche paziente subisca danni collaterali dovuti allo stato di incoscienza.
 
Essendo sotto anestesia, il cervello non è in grado di recepire gli impulsi inviati dalle terminazioni nervose del corpo per cui il paziente non può rendersi conto se sta subendo un trauma fisico.
 
Le ripercussioni maggiori si registrano in fase di trasporto o di degenza, quando si è sdraiati su un letto di ospedale. Il servizio sanitario nazionale e quello privato dovrebbero sempre prestare la massima attenzione durante ogni fase operativa, ma purtroppo per cause ignote, attribuibili probabilmente a circostanze di emergenza, il personale medico e paramedico durante la movimentazione di pazienti posti sotto anestesia, può non accorgersi della scorretta postura degli stessi, i quali essendo sottoposti ad anestesia totale, non accusano dolore o fastidio.
 
Durante questa fase diversi pazienti hanno subito traumi agli arti perché magari la mano o il braccio gli erano rimasti schiacciati sotto al corpo o comunque mantenuti in una posizione innaturale per un tempo prolungato, il quale ha causato danni, anche irreversibili a livello di terminazioni nervose, tendinee o muscolari, obbligandoli a sottoporsi in seguito a sedute di terapia riabilitativa che non sempre ha portato a risultati sperati.
 
Quando il nostro corpo si trova in un'innaturale stato di incoscienza indotto in questo caso da una somministrazione anestetica, tutte le cellule del sistema si addormentano e non riusciamo a renderci conto della reale situazione in cui ci troviamo.




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